Guida foodie di Parigi: locali vegan friendly, boulangeries&patisseries

Febbraio per me è un mese sempre molto intenso dal punto di vista emotivo, è il mese in cui è nato il mio bimbo e anche il mio compagno, è il mese in cui diverse amiche festeggiano i loro compleanni ed è il mese che mi sballa sempre tantissimo perchè avendo qualche giorno in meno rispetto a tutti gli altri undici mesi inevitabilmente molte cose mi scivolano via dalle mani senza che me ne accorga. Lo scorso febbraio, quello che si è appena concluso, mi ha però regalato anche qualche giorno di completo relax a Parigi! Io e il mio compagno abbiamo colto l’occasione del suo compleanno per regalarci quattro giorni in una città che io ricordavo a malapena e che lui non aveva ancora visitato! Inutile che vi dica quanto freddo abbiamo patito, ma siamo stati molto fortunati perchè il sole ci ha davvero salvato durante le nostre lunghissime e chilometriche passeggiate a zonzo per i diversi arrondissement.

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Prima di partire avevo lanciato un vero e proprio appello sui miei canali social ( sia la pagina FB che Instagram) chiedendo aiuto per stilare una mini lista di posti assolutamente imperdibili sia dal punto di vista culturale che da quello più godereccio ovvero foodie per quanto mi riguarda! Sono stata davvero inondata di nomi e indirizzi e di questo sarò sempre grata a tutte coloro che mi hanno risposto dandomi consigli, poi ovviamente ho scremato le informazioni per cercare di creare la mia personale guida che comprendeva itinerari e locali suddividendoli per i quartieri che avremmo visitato, tenendo ovviamente anche conto che probabilmente non saremmo stati fedelissimi a essa se ci fossimo accorti che ci sarebbero state cose più interessanti da vedere o luoghi da visitare una volta in giro.

Ho scelto di seguire anche le indicazioni di una mia amica collega pasticcera che solo due anni fa era stata a Parigi per un food tour organizzato dalla sua azienda e quindi ho avuto occasione di entrare in meravigliose boulangeries e venire inebriata dal profumo dei pani appena sfornati, sia quelle di Emanuele Valsecchi, uno dei miei maestri AMPI che mi ha segnalato tanti nomi di suoi colleghi pasticceri rinomati. Voglio condividere con voi quelle che sono state le mie esperienze foodie a Parigi, così che possiate prendere spunto e andare “a colpo sicuro” per quanto riguarda locali vegani/vegetariani e boulangeries e pasticcerie!

DOVE ALLOGGIARE: WestSide Arc de Triomphe.

Dedico solo due righe alla nostra sistemazione: prima di prenotare ero super convinta che avrei cercato un piccolo appartamento tramite Airbnb, poi però guardando bene i milioni di annunci che mano a mano mi si presentavano non sono stata letteralmente in grado di sceglierne uno per il semplice motivo che non avevo punti di riferimento in città per cui guardando le mappe non sapevo quale fosse più comodo, o quale servito meglio senza doverci trascinare la valigia su per quattro piani di scale senza ascensore etc, per cui alla fine ho optato per un hotel tramite la prenotazione con Booking; noi abbiamo alloggiato al WestSide Arc de Triomphe, che per l’appunto è molto vicino all’Arco di Trionfo! L’ho scelto per diversi motivi: era pratico da raggiungere arrivando dall’aeroporto con un solo cambio di RER e circa 10 minuti a piedi dalla fermata; il quartiere era molto tranquillo, residenziale e non eccessivamente trasbordante di locali turistici e di conseguenza non eravamo nella mischia di quartieri molto più vivaci e chiassosi. Altro punto a favore rispetto a tanti altri alberghi di pari categoria è stata la presenza della SPA interna; anche voi vi state chiedendo “ma vai a Parigi per andare alla spa!?“, ecco la risposta è NO! però onestamente ho pensato che in fondo saremmo andati a Parigi per stare quattro giorni insieme e in totale relax, non eravamo costretti a fare le maratone per la città e se anche avessimo voluto rilassarci dopo una giornata intera passata fuori al freddo magari sotto la pioggia o avendo presto tanta umidità, l’idea di poter fare un bagno nella piscina riscaldata o una sauna non è che fosse così sgradevole. E difatti così è stato, abbiamo approfittato un paio di volte della piscina per riscaldarci dopo aver preso tantissimo vento e aver macinato i nostri 17 km giornalieri per cui scegliere questa opzione è stata un’ottima idea, magari se fossimo andati in primavera o in estate avrei scelto altrimenti.

DOVE MANGIARE VEGGIE A PARIGI!

Lucia, la mia balenina del cuor, mi ha subito aiutata linkandomi il suo articolo con la sua guida ai locali vegan di Parigi, io mi sono segnata tutti i nomi pensando che a seconda dei quartieri che avremmo visitato mi sarei appuntata quelli presenti in quelle zone per avere un punto di riferimento per i nostri pranzi; ho dovuto ovviamente venire incontro anche alle richieste del mio compagno che essendo onnivoro non sempre aveva voglia di pranzare vegan style, per cui essendo io vegetariana abbiamo trovato dei compromessi nell’arco delle giornate scegliendo quei locali che potessero interessare anche a lui!

Merita una visita Wild and the Moon nel Marais, sia per il locale sia per il quartiere. Locale dove potrete assaggiare piatti 100% vegan e senza glutine, molte preparazioni sono raw, ovvero crudiste, e tutti gli ingredienti sono di origine biologica certificata. Noi ci siamo stati di domenica e forse era particolarmente affollato proprio per la giornata, di sicuro è molto molto piccolo per cui armatevi di pazienza e non scoraggiatevi se vedete altre persone che entrano e si mettono in fila, appena si liberano dei posti a sedere il ricambio è veloce! Non lo consiglio se volete sedervi a pranzare con estrema calma e godendovi ogni singolo sorso della vostra bevanda, calda o fredda che sia, perchè non avrete il tempo a disposizione per farlo. Lato negativo del locale: a mio avviso davvero troppo caro.

A poca distanza da Wild and the Moon si trova anche Umami Matcha Café, non ci sono stata personalmente ma lo avevo adocchiato in rete e quando ci sono passata davanti mi è spiaciuto aver già pranzato perchè avrei avuto la curiosità di provare il brunch da loro. Locale fresco, stile molto semplice e con colori chiari e naturali che ovviamente richiamano il lato green della loro filosofia, seguiteli sui canali social hanno uno stile fresco e molto piacevole.

Vicinissimo a Montmartre si trova Hope Café, un localino piccolo ma accogliente tutto biologico e che propone una cucina a vista in cui preparano piatti semplici: insalate, zuppe, piatti unici, caffè e torte “fatte in casa”; noi ci siamo entrati per bere un caffè in una delle nostre pause dal vento e ci siamo acclimatati subito con le persone che avevano l’aria di essere davvero “di casa” in quel piccolo locale molto caldo e colorato.

Le nostre cene sono sempre state molto etniche, abbiamo sfruttato la posizione del nostro albergo per passeggiare nel quartiere senza allontanarci troppo dall’hotel e cenare nei ristorantini etnici che avevamo a pochi passi, il primo è stato il ristorante vietnamita situato nella stessa via del nostro hotel, minuscolo con pochissimi tavoli per potersi accomodare ma molto frequentato dai fattorini che venivano a ritirare le prenotazioni per fare le consegne a domicilio. Parigi come la maggior parte delle metropoli europee offre davvero una vastissima gamma di ristoranti etnici tra cui scegliere e io amo questa varietà che mi permette ogni qual volta mi capita di andare all’estero di poter approfittare di questi micro ristoranti davvero speciali. Perché mi piacciono gli etnici? Semplicemente perché hanno sempre una meravigliosa scelta di piatti vegetariani e spesso anche vegani che rispecchiano in pieno le loro cucine tradizionali! Al vietnamita infatti io ho assaggiato una zuppa vegana profumatissima e squisita a base di verdure miste, tofu, coriandolo e latte di cocco, accompagnata da riso lungo cotto a vapore: una cena corroborante dopo una giornata passata al freddo! Il mio compagno ha invece optato per una cena a base di carne.

La nostra seconda cena è stata presso un piccolissimo locale coreano, sempre molto vicino al nostro hotel: Bibimbowlho scritto che è piccolo? ecco immaginatelo ancora più piccolo. Bibimbap è in Corea uno dei piatti tradizionali, letteralmente significa “riso mescolato” a cui vengono aggiunte verdure, kimchi, alghe e germogli di soya e una fonte proteica che nel mio caso è stato del tofu marinato e saltato e per il mio compagno carne di manzo (again) inutile che vi dica che voglio assolutamente rifarla a casa!

La sensazione quando ci siamo seduti nel locale è stata quella di essere catapultati dentro il cartone “Kiss me Licia” direttamente nel micro locale di zio Marrabbio. Abbiamo cenato benissimo per pochi, anzi pochissimi euro! Il locale in sé è molto spoglio per cui se avete in mente di stare seduti ore e ore mano nella mano a chiacchierare e sognare quanto sia romantica Parigi non è il locale idoneo però per una cena easy e due chiacchiere è perfetto.

La nostra terza cena è stata in un ristorante Thailandese, sempre a poca distanza dal nostro hotel, forse l’unico locale dove posso dire di non essermi trovata benissimo con grande dispiacere perchè io adoro la cucina thaylandese ma lì non ho davvero cenato bene per cui evito di consigliarvelo.

L’ultima sera siamo stati a cena in un piccolo ristorante giapponese aperto accanto al coreano (quello di cui sopra!), altra cena perfetta e sushi buonissimo! Io ho trovato diverse possibilità vegetariane e mi sono presa due zuppe di miso per scaldarmi!

BOULANGERIES & PATISSERIES

Siete pronte per farvi salire la glicemia alla stelle solo leggendo? Ottimo, perchè sto per lasciarvi i migliori indirizzi di panifici e pasticcerie che possiate trovare a Parigi, vi avviso da subito sono delle vere gioiellerie per cui non stupitevi se vi dovessero presentare un conto da 2,40€ per una brioche che qui da noi paghereste al massimo 1,20€ in una delle migliori pasticcerie dei maestri AMPI.

 

GONTRAN CHERRIER: questo ragazzo sembra appena uscito dalla scuola superiore e invece è uno dei boulanger più rinomati e famosi di Parigi! Ha tre negozi in giro per la città, un corner nella food hall di Primtemps e altre de boulangeries in Oriente, non si può certo dire che abbia perso tempo! Noi abbiamo fatto tappa nel suo locale in zona Montmartre per un pranzo veloce: io sono quella che in una boulangerie riesce lo stesso a prendere la zuppa del giorno, però era calda e io avevo freddo e mi è sembrata perfetta! Era una zuppa di zucca, lenticchie e latte di cocco profumata e me l’hanno servita accompagnata da un quarto di baguette ancora calda e preparata con levain: in pratica mi sono catapultata direttamente in paradiso! Ovviamente mi sono concessa il dolce: un tronchetto di mousse al cioccolato ricoperto di cioccolato. Dovevo riprendermi dai dieci km della mattina in previsione degli altrettanti per tornare in hotel. (nella foto qui sopra l’interno della boulangerie)

THIERRY MEUNIER: esattamente all’inizio della via del nostro hotel ( e chiedetemi ancora perché io lo abbia scelto!!!) c’era una delle boulangerie di questo maestro dell’arte bianca: pane realizzato con levain e con farine 100% bio certificate. Ho preso diversi caffè e assaggiato un paio di cookies e ovviamente una baguette. La mattina in cui siamo partiti per tornare a casa avrei riempito la valigia di pani di ogni tipo.

ERIC KAYSER: altro famosissimo maestro dell’arte bianca presente a Parigi con diversi punti vendita, uno dei quali molto vicino al Louvre; sono entrata per estrema curiosità ma non sono riuscita ad assaggiare nulla perchè avevamo appena finito di spendere un rene da Angelina per dei dolci e non avevo in quel momento nemmeno un pochino di appetito per poter assaggiare qualcosa!

ANGELINA: da Angelina siamo andati appositamente per il suo rinomato Mont Blanc, dolce che io personalmente trovo eccessivamente stucchevole e che è composto da tutte preparazioni che non mi sono mai piaciute: meringa, panna, crema di marroni. Il mio compagno ne avrebbe mangiati dieci uno in fila all’altro, ero pronta a portarlo al pronto soccorso in coma glicemico. Ho apprezzato invece tantissimo l’ eclair al cioccolato che mi sono regalata per merenda e la loro cioccolata calda che ci hanno offerto in boutique al momento dell’acquisto. Noi siamo stati nel locale poco distante da Le Bonne Marché, ma ce ne sono altri a Parigi tra cui uno, il più antico che è una vera e proprio sala da thé che vi farà respirare tutta l’eleganza parigina.

SADAHARU AOKI: pasticceria minimale e davvero stilosissima, molti prodotti sono a base di the matcha o sesamo nero, in pieno stile giapponese! Sono molto scenografiche le brioche al thé matcha e gli eclairs! Noi abbiamo preso una piccola selezione di biscotti (il sablé al cacao era paradisiaco) e una scatola di chocorons ovvero dei macarons ricoperti di cioccolato, potete tranquillamente evitarli!

PIERRE HERME‘: ultimo della lista? Si ma perchè merita un capitolo a parte! Vi ricordate quando qualche anno fa c’è stata la moda dei macarons di Ladureé? A Milano, in pieno centro, ha aperto un piccolo punto vendita che nei primi mesi di vita aveva la coda perenne fuori dalla porta per tutti coloro che assolutamente erano diventati dipendenti dai suoi macarons! Cancellate questo ricordo e prenotate subito un volo per Parigi, fiondatevi da Hermé e regalatevi una selezione dei suoi macarons e assaggiate uno dei suoi croissant Ispahan oppure uno dei pain au chocolat al pistacchio. Credo che non mangerò mai più un altro macaron se non uno di Hermé!

Il mio tour gastronomico per Parigi non termina con questo post, ho scelto di dividere gli argomenti e nel prossimo articolo vi racconterò dove fare i vostri migliori acquisti foodie in questa bellissima città!

Enjoy the green side of life!

 



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