Maria Montessori e la mente assorbente del bambino
Conoscete Maria Montessori? Io l’ho incontrata per la prima volta nei testi dell’università a 19 anni, e da quel momento ho capito che avrebbe influenzato il mio modo di pensare e di osservare la realtà.
CHI E’ MARIA MONTESSORI: BREVE BIOGRAFIA DI UNA DONNA SPECIALE
Maria Tecla Artemisia Montessori nasce a Chiaravalle nel 1870 e muore a Noordwijk (Olanda meridionale) nel 1952.
Il primo aspetto che mi conquistò è che Maria fu una tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia. Si dedicò alla medicina declinando il suo interesse sui bambini con disabilità, entrando in contatto con la scuola di importanti pedagogisti ed educatori della sua epica: Itard e Seguin.
Da loro prese spunto per affinare la pedagogia montessoriana, che declinerà nel corso della sua esistenza nelle sue scuole.
La sua vita fu tormentata dall’ amore: decise di partecipare ad una ricerca scientifica sui bambini con ritardo mentale e si innamorò perdutamente del suo collega dal quale ebbe un figlio di nome Mario. Maria lo partorì di nascosto e lo affidò ad una famiglia del Lazio. La donna si ricongiunse con il figlio, quando morì la matrigna e Mario aveva già 14 anni. Disse, a chi la circondava, che Mario era suo nipote e da lì il figlio visse con lei.
Il rapporto con il padre di Mario si interrompe quando Maria scopre che l’uomo aveva deciso di sposarsi con un’altra donna: da lì la celebre pedagogista decise di vestirsi sempre di nero, in segno di lutto per quell’ amore finito.
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Maria dedicò la sua vita all’ educazione dei bambini, con un approccio teorico e pratico, creando un metodo che permettesse il pieno sviluppo della personalità e dell’intelligenza.
Il suo pensiero era rivoluzionario perché considerava il bambino come una persona completa, destinata alla costruzione di una società nuova, fondata sulla pace.
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CHE COS’È’ LA MENTE ASSORBENTE SECONDO IL METODO MONTESSORI
Maria Montessori osserva la mente dei bambini da 0 a 6 anni e scopre che compie un lavoro straordinario: assorbe a livello inconscio tutto ciò che l’ambiente circostante.
Non è necessario che il bambino partecipi ad un’attività specifica, ma l’ambiente di per se lo condiziona, gli regala delle impressioni che vengono assorbite dalla sua mente.
Il bambino impara, senza necessariamente sapere che sta imparando e lo fa con la naturalezza che caratterizza tutti i bambini. Questo non vuol dire che il bambino è un individuo passivo, anzi si relaziona con il suo ambiente e con le figure che ne fanno parte.
Attraverso l’esperienza quotidiana questo cucciolo d’uomo cresce e sviluppa tutte le sue potenzialità intellettive, emotive e relazionali.
La mente assorbente si sviluppa in due fasi:
- INCONSCIA (da 0 a 3 anni). Il bimbo acquisisce tutto quello che si trova nel suo ambiente di vita in modo totalmente inconsapevole.
- CONSCIA (da 3 a 6 anni). In questa fase, attraverso il gioco, il bambino agisce in maniera intenzionale sull’ ambiente, e il suo cervello crea categorie e si organizza. La mente qui si sviluppa in maniera progressiva attraverso i sensi, che lo aiutano a fare dell’esperienza pratica la sua realtà di vita e forza nell’ evolvere.
[…] Certamente, non tutti questi complicati processi seguono il funzionamento che si trova stabilito nell’ adulto, perché il bambino non ha imparato una lingua come noi potremmo imparare una lingua straniera, con lo sforzo delle nostre facoltà mentali, ma egli ha acquistato una costruzione stabile, esatta, meravigliosa, come le costruzioni embrionali di un organo in un organismo. Esiste cioè nel piccolo bambino uno stato mentale inconscio che è creativo, e che noi chiamiamo “mente assorbente”. E la mente assorbente costruisce non per sforzi volontari, ma sulla guida di “sensibilità interne”, che chiamiamo “periodi sensitivi”, perché la sensibilità dura solo temporaneamente, dura fino a che non è compiuto l’acquisto che deve fare la natura. Così, per esempio, se in un bambino la nebula del linguaggio trovasse ostacoli allo sviluppo e le sensibilità uditive costruttive non funzionassero, ne potrebbe derivare un sordomuto che ha tutti gli organi dell’udito e della parola perfettamente normali.
È chiaro che nella “creazione” psichica dell’uomo ci deve essere un fatto segreto. Se noi impariamo tutto a traverso l’attenzione, lo sforzo di volontà, l’intelligenza, come può intraprendere la sua grande costruzione il bambino che ancora non è dotato di intelligenza, di volontà e di attenzione? È evidente che in esso agisce una mente con poteri tutti diversi dai nostri e che perciò può esistere nell’ inconscio un funzionamento psichico diverso dalla mente conscia.
Il linguaggio è l’esempio che può prestarsi più chiaramente a dare un’idea di questa differenza di mentalità, perché esso si presta a uno studio di osservazione diretto e dettagliato.
Nella mente inconscia non si incontrano le diverse difficoltà che noi esperimentiamo nell’ imparare, per esempio, una lingua molto semplice o una lingua estremamente complicata. Evidentemente, come non ci sono difficoltà, non ci sono nemmeno graduali sviluppi relativi a queste difficoltà. Il tutto è preso nello stesso periodo di tempo. Ora questo acquisto non è paragonabile allo sforzo di memoria che dobbiamo fare noi, né alla labilità della nostra memoria che lascia facilmente sfuggire i suoi evanescenti acquisti; perché il linguaggio nell’ epoca inconscia si stampa indelebilmente e diventa un carattere che l’uomo trova stabilito in se stesso. Nessun linguaggio che si voglia sommare al linguaggio materno diventerà un carattere, e nessuno sarà di così sicuro possesso come quello. […]
La lingua materna non è affidata alla memoria conscia, essa è depositata in una memoria diversa, simile a quella che gli psicologi moderni, biologi o psicoanalisti chiamano “mneme” o “la memoria della vita”, quella che trattiene le forme trasmesse per eredità, a traverso l’infinità dei tempi e che è considerata come un “potere vitale”. […]
La mente assorbente! meraviglioso dono dell’umanità!
Senza che vi partecipi col suo sforzo, solo “vivendo”, l’individuo assorbe dall’ambiente anche un fatto complesso di cultura, com’è il linguaggio.
Se questa forma essenziale permanesse nell’adulto, come sarebbero facilitati gli studi! Immaginiamoci di poter andare in un altro mondo, diciamo nel pianeta Giove, e d’incontrarvi degli uomini che solo passeggiando e vivendo assorbono tutte le scienze senza studiarle, acquistano abilità senza lo sforzo dell’esercizio! Noi diremmo: “Che fortunato miracolo!” Ebbene, questa forma fantastica della mente esiste; è la mente del piccolo bambino. È un fenomeno che rimane nascosto nei misteri dell’inconscio creativo.
Se questo avviene per il linguaggio, per quella costruzione di suoni foggiata dagli uomini durante secoli e millenni di sforzi intellettuali, per cesellare l’espressione del pensiero, è facile riconoscere che debbono, analogamente, fissarsi nel bambino i caratteri psichici che differenziano una razza dall’ altra: ossia le abitudini, i pregiudizi, i sentimenti e, in genere, tutti i caratteri che noi sentiamo “incarnati” in noi, indipendentemente o anche malgrado le modificazioni che la nostra intelligenza, la logica, il raziocinio sarebbero disposti a portarvi. […]
Il bambino costruisce veramente, riproducendole in se stesso come in una forma di mimetismo psichico, le caratteristiche degl’ uomini che lo circondano. E così, crescendo non diventa semplicemente un uomo, ma diventa un uomo della sua razza.
Con questa descrizione abbiamo toccato un segreto psichico di importanza vitale per l’umanità: il segreto dell’adattamento.
Maria Montessori “La mente assorbente“
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COME POSSIAMO AIUTARE I BAMBINI A SVILUPPARE AL MEGLIO LE LORO POTENZIALITÀ‘
“Il bambino con è un vaso da riempire, ma una sorgente da lasciar sgorgare”.
Questa è una tra le più celebri citazioni di Maria Montessori che sintetizza la bellezza della sua pedagogia: il bambino non è un contenitore da riempire di conoscenze, di contenuti, di cose da saper fare. Il bambino è una persona aiutare a far brillare, una scintilla da accendere, attraverso la scoperta del mondo, piccolo o grande che sia.
Come possiamo aiutare un cucciolo d’uomo a evolversi e crescere nella sua unica ed irripetibile natura?
Come possiamo far fluire il potenziale di ogni bambini?
Come possiamo aiutarlo in quel complessissimo lavoro che è la costruzione dalla personalità?
La risposta è più semplice di quello che si possa pensare: bisogna aiutare il bambino a crescere assecondando i suoi interessi. E per farlo serve un ambiente favorente, che gli permetta di sperimentare e sperimentarsi.
COME POSSIAMO STRUTTURARE UN AMBIENTE CHE FAVORISCA LA MENTE ASSORBENTE DEI BAMBINI?
Per aiutare il bambino nella sua crescita, l’ambiente circostante deve avere alcune caratteristiche essenziali:
- Deve essere ORGANIZZATO: la parola ordine con Maria Montessori indossa una veste positiva. Il bambino da 0 a 6 anni ha la necessità di vivere routine quotidiane sempre costanti, per esempio la nanna, i pasti, le abitudini. All’ apparenza questa potrebbe sembrare una rigidità, ma in realtà non lo è, perché il bambino attraverso una struttura giornaliera costante riesce ad avere delle certezze, un ambiente (che non è solo spazio, ma anche tempo) che gli infonde fiducia e prevedibilità. I bambini hanno bisogno di sapere che cosa succederà, che il pranzo è sempre nello stesso luogo, che la nanna la si fa sempre nello stesso posto, in modo da avere dei riferimenti quotidiani che gli permettono di utilizzare tutte le sue energie fisiche e mentali per sperimentare e sperimentarsi. Pensate ad un bambini che viene sballottato in luoghi diversi quotidianamente, che non ha nessuna routine.. quel bimbo sarà concentrato innanzitutto a cercare di orientarsi un ambiente che cambia in continuazione. Mantenere delle routine e delle abitudini aiuta il bambino a sviluppare al meglio le sue potenzialità. Questo non vuol dire che bisogna abolire cene al ristorante oppure gite fuori porta dove ambiente e abitudini variano. Anzi, queste sono esperienze sicuramente non quotidiane, ma eccezionali che aiutano il bambino a gestire anche “piacevoli” imprevisti;
(photo credist: Pinterest)
- Deve avere il giusto clima emotivo: l’ambiente deve essere CALMO e RASSICURANTE. Per crescere bambini sereni è necessario che l’ambiente lo sia in primis. Per questo prima ancora della nascita del bambino è necessario adattare l’ambiente a questo meraviglioso esserino che lo abiterà. Mamma e papà possono pensare alla progettazione della cameretta.. come due architetti provetti provano a delineare
- I quattro spazi necessari al bimbo in arrivo:
a. lo spazio dove nutrirlo,
b. lo spazio del cambio,
c. lo spazio delle attività,
d. lo spazio della nanna.
Non necessariamente tutti questi spazi devono essere presenti nella cameretta del bambino, l’importante è pensarli e organizzarli prima del suo arrivo in modo da avere tutte le energie per poter accoglierlo alla nascita. Strutturare dopo l’ambiente potrebbe essere decisamente complicato;
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4. Deve essere NATURALE.
(photo credits: Etsy)
Il bambino necessita di un ambiente accogliente che lo stimoli in maniera naturale, senza forzature. Servono ne troppi stimoli, ne troppo pochi. Bastano degli oggetti, come per esempio il mobile di Bruno Munari (una specie di giostrina appesa al soffitto che cade sopra il lettino del bambino o un’area morbida di svago) che può essere utilizzato per stimolare l’attenzione del neonato, che osserva contrasti, forme, proporzioni, equilibrio già da piccolissimo. Crescendo il bambino precede nella scoperta della realtà attraverso i sensi, e per questo sono utili materiali in legno che gli permettano di infilare, sentire, vedere, conoscere quello che la realtà gli regala.
Un altro ottimo esempio di gioco in stile montessoriano sono i cestini: delle semplici ceste che contengono elementi di vita quotidiana (spugne, mollette, cucchiai di legno, spazzoline, ecc.). Il bambino da quando conquista la posizione seduta e poi verso i 9 mesi può essere stimolato con questo materiale, che nel gioco spontaneo gli permette di sviluppare tutte le sue potenzialità.
Per approfondimenti ed esempi partici si consiglia la lettura di “La guida di attività Montessori 0-6 anni” di E. Herrmann e M. Place edito da L’ippocampo Ragazzi.
Leggi anche -> “Metodo Montessori: Facciamo Ordine” da UPPA.
Ultima indicazione, ma più importante di tutte, l’ambiente del bambino deve essere vissuto da persone buone e con un grande cuore, disposte a dare la propria vita per il bambino stesso: i suoi genitori. Figure essenziali che sono loro stesse ambiente del bambino: ambiente che accoglie, che ama, che cura, che guida, che accompagna e che fa volare.

Sono Francesca, mamma di due splendidi folletti e pedagogista.
Sono innamorata della vita e di tutto quello che ci regala.
Ho scoperto di essere brava in cucina da quando ho incontrato mio marito, e delizio chi mi sta attorno con ricettine green perché regalare cibo è per me regalare amore.
Credo in un modo più naturale e rispettoso di madre natura e ho iniziato a mettere la mia impronta verde sul mondo con la casa in legno che stiamo costruendo.
Adoro fare la pedagogista perché il mio lavoro mi permette di aiutare le persone in difficoltà, le prendo per mano e le aiuto a trovare le risorse che racchiudono dentro di loro per sviluppare tutte le loro potenzialità. Il mio approccio pedagogico abbraccia Montessori, Steiner e tutto quello che è educazione in natura, a partire dal meraviglioso Paolo Mai dell’asilo nel bosco di Ostia.
Sono appassionata di neuroscienze e del potenziale della nostra mente e del nostro cervello, infatti applico metodologie di abilitazione sulle difficoltà di apprendimento che si basano su questi approcci, integrando le scienze dell’educazione.
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